Neve italiana: a che serve annunciare le emergenze?

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di Carlo Barbagallo

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È un Paese molto strano, l’Italia. O, forse, è meglio dire che sono “strani” i governanti del Paese. La perturbazione proveniente dalla Siberia è stata preannunciata da giorni e giorni, tutti sapevano che avrebbe investito principalmente la parte centro/settentrionale dello Stivale, che le temperature sarebbero scese profondamente al di sotto dello zero, e quando neve e freddo sono arrivati ecco che ogni cosa va in tilt. È KO il sistema ferroviario, anche gli aeroporti subiscono la sberla meteo, in grande difficoltà i collegamenti con le isole. Ma soprattutto è il “sistema Ferrovie” che non funziona.

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Roma “Capitale” del disagio a 360 gradi: per liberarsi dalla neve accumulatasi nelle strade nella notte fra il 25 e 26 scorsi è dovuto intervenire l’Esercito e i mezzi militari per ripristinare la viabilità! Complessa la situazione per il trasporto ferroviario a causa dei binari gelati, con ritardi allucinanti (da Reggio Calabria a Torino 28 ore) e anche per i treni veloci il blocco dei convogli (7/8 ore) non ha favorito gli utenti. Certo, adesso la situazione è migliorata ma la “normalità” non è del tutto “ripristinata”. A Roma Capitale “Città” esemplare attualmente circolano solo mezzi pubblici “ridotti”, solo quelli dotati di gomme termiche. I disagi, ovviamente, per la popolazione saranno soltanto “passeggeri”, ma fra 48 ore è prevista un’altra ondata di maltempo e in molti si chiedono cosa accadrà, se il “servizio pubblico” stavolta sarà all’altezza delle condizioni negative che si presenteranno.

In tanti si sono chiesti come è possibile che le Ferrovie non abbiano funzionato. Su Il Corriere della Sera la spiegazione “tecnica”: Troppa neve sui binari. Per la precisione sui «deviatori», meglio conosciuti come scambi. Alla neve caduta fin dalle prime ore del mattino su Roma si è sommata anche quella scaricata dai sottocassa dei treni che sono riusciti a lasciare la stazione Termini. Senza fare troppa strada, però. Perché la mancanza o il cattivo funzionamento delle «scaldiglie» (le resistenze elettriche attivate per evitare che attorno ai deviatori si formi il ghiaccio) ha reso necessario l’intervento degli operai per la pulizia degli scambi. Che intorno a Termini sono tanti, tantissimi: circa 300, di cui la metà provvisti di «scaldiglie». L’intervento manuale ha avuto come ultima conseguenza quella di ritardare la partenza dei treni da Roma, determinando il caos nella Capitale (e a cascata nelle principali stazioni italiane)…

I disagi si protrarranno anche oggi martedì: Trenitalia non riuscirà a garantire più dell’80 per cento dei treni ad Alta velocità (che si fermeranno alla stazione Tiburtina per non intasare Termini) e il 50 per cento dei treni regionali del Lazio. Per “Italo” la situazione prevista è anche peggiore: saranno soppressi 12 treni.

L’Italia spezzata in due? Non è la prima volta e sicuramente non è solo una questione di clima impazzito.

Federico Capurso sul quotidiano La Stampa riporta le reazioni dei passeggeri alla Stazione Termini di Roma: … la neve era prevista da giorni, così come le temperature sotto lo zero. Come può allora Roma, con i suoi cinquecentomila passeggeri e mille treni in transito ogni giorno, andare in tilt per venti centimetri di neve? Se lo chiedono i viaggiatori – o aspiranti tali – che sfilano in una lenta processione davanti agli schermi luminosi della stazione. «Una spolverata di neve e rischiamo di dover rinviare il ritorno a casa», dicono con una punta di veleno due ragazzi della Val di Susa, scesi a Roma insieme a migliaia di altri turisti per il fine settimana. Macchinisti e capitreno si ritrovano invece seduti al bar, davanti a tè caldo e caffè, senza un treno su cui salire: «Il mio è stato cancellato» – «Io ho ancora tre ore di ritardo davanti»…

A questo punto, meraviglia la “meraviglia”: questa è l’Italia di oggi, ma anche di ieri. Si resta bloccati anche davanti alle emergenze previste in anticipo. L’ondata di freddo chiamata “Burian” proveniente dalla Siberia, come detto, era stata annunciata dai notiziari meteo di tutti i mass media televisivi nazionali.

Quel che non era previsto è stato il caos che ne è conseguito.

Nulla di nuovo, dunque…

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